L’arte di correre: un equilibrio tra corpo e mente
“Chi corre è un paziente tremendo. Tende a non concedersi tempo sufficiente per guarire e spesso non riesce ad ammettere che un incidente o l’età possano impedirgli di mantenere la velocità e le distanze precedenti.” – Larry Shapiro
Questa citazione di Larry Shapiro, mette in luce una verità spesso ignorata dai runner: la difficoltà di accettare i limiti del proprio corpo e la tendenza a sottovalutare l’importanza del recupero e … dell’avanzare dell’età.
L’infortunio: una sfida fisica e mentale
Nonostante la corsa sia un’attività gratificante e salutare, può portare a infortuni, soprattutto per i runner più assidui. Questi infortuni possono variare da semplici problemi muscolari a eventi più gravi che richiedono lunghi periodi di stop, fisioterapia o interventi chirurgici.
L’impatto di un infortunio non è solo fisico. La necessità di interrompere l’allenamento, anche temporaneamente, può generare stress, ansia e depressione, influenzando negativamente la qualità della vita e la motivazione a seguire le cure. La mente e il corpo sono strettamente connessi, e il benessere dell’uno influenza l’altro.
Prevenzione: la chiave per una corsa sostenibile
La prevenzione degli infortuni è fondamentale per garantire una corsa sostenibile nel tempo. Ciò significa ascoltare il proprio corpo, concedere il giusto riposo, variare gli allenamenti e non sottovalutare i segnali di dolore.
Purtroppo, la tendenza a spingere il proprio corpo oltre i limiti è comune tra i runner, soprattutto quelli che competono a livello amatoriale o professionistico. L’obiettivo di migliorare le prestazioni può portare a un eccessivo stress fisico e alla mancanza di adeguato riposo, aumentando il rischio di infortuni.
La mente del runner infortunato: un viaggio emotivo
Quando un runner si infortuna, deve affrontare una serie di sfide emotive. La prima reazione può essere di autocommiserazione, chiedendosi “Perché proprio a me?”. Questo sentimento può portare a un senso di abbattimento e difficoltà nell’affrontare la situazione.
Un’altra preoccupazione comune è la paura di perdere la forma fisica e dover ricominciare da capo. Questa prospettiva può essere scoraggiante, ma è importante ricordare che il recupero è un processo graduale e che il corpo ha la capacità di rigenerarsi.
La corsa come fonte di benessere: un legame profondo
Per molti runner, la corsa è molto più di un semplice esercizio fisico. È un modo per liberare la mente, scaricare lo stress e provare un senso di benessere e felicità. Questo è dovuto in parte alla produzione di endorfine, i cosiddetti “ormoni del piacere”, che vengono rilasciati durante l’attività fisica.
Quando un runner è costretto a fermarsi a causa di un infortunio, deve affrontare un periodo di “astinenza” da questa fonte di benessere, con conseguente stato di avvilimento.
Lo Zen come guida per la guarigione
Lo Zen può offrire un valido aiuto per affrontare le sfide mentali legate all’infortunio. La filosofia Zen ci insegna a vivere nel presente, accettare l’impermanenza e coltivare il non-attaccamento.
L’attaccamento, secondo lo Zen, è la causa principale della sofferenza. Attaccarsi a un’idea, a un oggetto o a una persona può portare a soffrire quando questi vengono a mancare. Nel caso dei runner, l’attaccamento alla corsa può rendere difficile accettare uno stop forzato.
Accettare l’impermanenza: un passo verso la guarigione
Lo Zen ci invita a riconoscere che tutto cambia e niente è permanente. La vita è come un fiume che scorre, e noi dobbiamo imparare a lasciarci trasportare dalla corrente, accettando ciò che accade nel presente.
Questo non significa estraniarsi dalla realtà o vivere in modo egoistico. Al contrario, il non-attaccamento ci permette di agire in modo positivo e disinteressato, senza aspettarci nulla in cambio.
Coltivare il non-attaccamento nella corsa
Possiamo coltivare il non-attaccamento nella nostra vita quotidiana, iniziando da noi stessi. Questo significa accettare il nostro corpo con i suoi limiti, i nostri pensieri e le nostre emozioni, senza giudicarci.
La corsa può essere un ottimo momento per praticare il non-attaccamento. Concentrandoci sulle sensazioni del nostro corpo nel presente, possiamo imparare ad accettare ciò che accade, senza farci coinvolgere dalle nostre paure e preoccupazioni.
L’infortunio di un runner, dunque, è una sfida che coinvolge sia il corpo che la mente. Affrontare questo periodo con un atteggiamento positivo, accettando l’impermanenza e coltivando il non-attaccamento, può favorire una guarigione più serena e consapevole.
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