Da soli o in compagnia ?
Naturalmente, per mantenere viva la concentrazione, il modo migliore è correre da soli.
In questo modo abbiamo la possibilità di meglio focalizzare la nostra attenzione sull’andamento del nostro passo, sulla corretta postura e sulla respirazione durante la nostra corsa.
Si sa però che se si frequentano luoghi bazzicati da runners, magari anche amici o conoscenti o anche se si parte da casa, diventa alquanto difficoltoso riuscire a stare da soli, per cui, il più delle volte capita di correre in compagnia. Pur partendo da soli, accade di trovarsi accanto, dopo poco, l’amico o il conoscente runner di turno che cerca compagnia. E cosa si fa? .. Il correre insieme ad altri, naturalmente, impedisce di “sentirsi” e di concentrarsi sulla propria corsa; la cosa migliore, in quel caso, è restare tuttavia in compagnia, di accettare la circostanza e socializzare e chiacchierare ugualmente. Meglio non tentare di liberarsi o disunirsi dagli altri, si rischierebbe di passare da solitari egoisti e misantropi. Si proverà ad applicare lo Zen alla corsa in una volta successiva o quando capiterà di riuscire a star da soli.
Anche questo è Zen: prendere le cose così come sono, senza pretendere di modificarle a proprio uso e consumo.
Indispensabile naturalmente è gettare via il walkman o il più moderno lettore MP3 o almeno riporlo; dimenticare per un giorno (anche avendoli al polso) orologi e cardiofrequenzimetri e, soprattutto, lasciare a casa o in borsa lo smart phone; la tentazione di controllare chi e cosa ci ha risposto, con like o commento, al post su Facebook o Instagram o Whats App, prevale sempre fortemente sulle nostre intenzioni di non farlo.
“Correre per stare lontani, per stare fuori, per stare soli”
PERCORSO
La scelta del percorso è un elemento fondamentale se vogliamo prefiggerci lo scopo di provare a correre Zen. Occorre scegliere attentamente un itinerario che offra la possibilità di evitare le seccature e i fastidi in cui ci si potrebbe imbattere durante le corse abituali e che creino l’atmosfera che aiuti a ricercare quella serenità adatta a favorire, in modo naturale, la corsa Zen. Il concetto generale per un percorso Zen porta a considerare un itinerario dove la mente può isolarsi, favorita dai suoni della natura che potrebbero essere d’aiuto nello sforzo di reprimere pensieri angoscianti, pensieri negativi. Sebbene non si può escludere che potrebbero esserci persone che preferirebbero correre in una strada principale particolarmente trafficata o in un rumoroso cantiere edile, la scelta ideale è ricercare sicuramente ambienti diversi da questo genere. Le vie alternative che emergono nella nostra mente dunque ci portano lungo i viottoli delle verdi distese delle campagne intorno a casa, del parco del quartiere tra gli alberi col canto degli uccelli al mattino; su sentieri ammorbiditi dagli aghi di pino, lungo itinerari all’interno di boschi screziati dal sole. Laddove vi fosse la possibilità, cercare di inserire tra gli itinerari abituali, quello che porta più vicino all’acqua. L’acqua ha sempre avuto un effetto rilassante sulla mente umana. Se si preferisce correre all’alba o al tramonto, trovare un luogo dove si riesca a vedere sorgere o tramontare il sole. La sua bellezza mentre è sospeso all’orizzonte e dipinge il cielo di porpora e arancione offre un’immagine che alleggerisce l’animo.
Sperimentare quindi diversi itinerari, individuando quello dove ci si può più sentire a proprio agio e cercare la concentrazione giusta per poter provare a meditare correndo.
“Io sento la terra ed il vento e gli alberi. Io sento il loro spirito. Io sento il ritmo della corsa. È come musica.”
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Fonti:
- Lo Zen e l’arte della corsa – Luca Speciani
- Lo Zen e l’arte della corsa – Larry Shapiro